METODO ASVAL
Numerose sono oggi le tecniche di approccio chirurgico il più possibile meno invasive ed esteticamente apprezzabili per la cura delle varici.
Una Fra Queste è il Metodo ASVAL.
Questa metodica ne costituisce un caposaldo mirando alla salvaguardia delle vene safene e della rapida ripresa della vita sociale.
Tutti i metodi di trattamento, dalla aggressività del trattamento chirurgico, alla ripetitività del trattamento sclerosante, al fastidio delle calze elastiche, sono caratterizzati dall’elevata frequenza della recidiva delle varici.
Questa metodica (metodo asval) è l’acronimo di ablazione selettiva delle varici in anestesia locale, e si basa sul concetto di conservazione del patrimonio venoso, riprendendo la validità di un’altra metodica caratterizzata dallo stesso principio: la CHIVA
Nasce storicamente dalla ricerca dal lavoro di un chirurgo vascolare francese il dottor Paul Pittaluga e costituisce un metodo selettivo per eliminare solo le vene malate ed irrecuperabili, preservando la principale vena superficiale cioè la vena safena.
Permette pertanto così di salvaguardare il patrimonio venoso, lasciando intatte le vene sane e o recuperabili.
La chirurgia tradizionale è caratterizzata dall’esito di ematomi anche estesi, con un dolore è un fastidio post operatorio, la necessità di un anestesia importante (generale, loco regionale……) la necessità di ricovero e un risultato estetico incostante
Tutte queste motivazioni hanno spinto allo sviluppo di questa metodica attraverso gesti più dolci ma ugualmente efficaci, ma decisamente più rispettosi del patrimonio venoso del paziente
L’indicazione alla tradizionale chirurgia di stripping delle vene, parte dal principio che le varici si propagano dall’alto verso il basso, cioè dal livello dell’inguine fino ad interessare progressivamente le piccole vene collaterali ai livelli più bassi della gamba o della coscia.
Metodo Asval
Questa teoria però non spiega i numerosissimi casi di varici con vene safene per nulla o scarsamente patologiche.
Una soluzione di radicale asportazione consiste nella esecuzione di una crossectomia e di uno stripping della vena safena e delle sue collaterali, considerando la vena safena all’origine delle varici
Ma è validata anche la teoria che le varici si propagano invece dal basso verso l’alto ( evoluzione ascendente) cioè dalle vene collaterali varicose della gamba verso la vena safena.
Questa metodica (metodo asval) tende così ad eliminare solo le vene collaterali varicose, considerate la causa della malattia e la causa dei disturbi clinici ed estetici accusati dal o dalla paziente.
La vena safena viene preservata anche nel caso in cui essa sia inizialmente interessata dalla malattia varicosa, e qualora non sia recuperabile viene asportata con la stessa tecnica improntata alla dolcezza e alla mini-invasività.
Con questa metodica l’anestesia locale sarà eseguita con anestetici diluiti, con micro incisioni, rispettando le vene sane, con l’esito di pochissimi ematomi, dal breve utilizzo della compressione elastica e della rapida convalescenza.